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al testo di Gil
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Non imparerò prima di morire a dirti in parole migliori ma lascia che io mi sgravi di questo seme che mi devasta dentro e ora preme in forma di sembianze che urgono la luce come nei poeti. Non c'è oro che possa nell'aria svelare la propria lucentezza, ma tu setacciami come rena che ha visto camminare scalza ogni alba di ritorni dispersi opoure scavami nel petto fino a farmi diventare una conchiglia e ascolta come ininterrotta sia in me l'eco ripetuta del tuo nome. |
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